La sicurezza e difesa personale

Sei un avvocato?
Hai un negozio? 
Lavori a contatto con il pubblico? 
Ti trovi spesso in viaggio con persone che non conosci o frequenti spesso luoghi nuovi?
Devi sapere che molte aggressioni capitano quando sei al di fuori della tua zona di comfort… 
Cioè quando non sei con i tuoi amici abituali, con i tuoi familiari o quando frequenti posti nuovi che possono nascondere insidie, di cui tu non sapevi nulla. 
I nostri corsi di Difesa Personale nascono per aiutare le persone ad essere più attente, a riconoscere le situazioni di pericolo ed attuare le giuste azioni. 

Insegniamo a uomini e donne, ma anche ragazzi/e le tecniche per:

1. Prevenire tali SITUAZIONI NEGATIVE
2. Opporre la GIUSTA REAZIONE

FALSO MITO

Ho fatto arti marziali quindi mi so difendere -> SBAGLIATO -> aver fatto Arti Marziali non implica che tu sappia difenderti e nessun Maestro e nessun sistema può darti questa sicurezza. 

4 consigli pratici che puoi utilizzare dopo aver letto questo post :

1- postura e andatura: cerca di stare dritto con le spalle basse e il petto in fuori e mentre cammina assumi un “tono regale”, incendi con passo calmo e deciso, ad ogni passo che fai cerca di sentirti in perfetto equilibrio; l’eccessiva velocità denota ansia o paura.
2- atteggiamento: il predatore cerca la preda facile, per questo devi apparire “invulnerabile”, come se recitassi la parte del tuo supereroe preferito. Ti sembrerà una stupidata ma il nostro cervello manda continui segnali al corpo e se ti immedesimi in una persona forte, assumerai un aspetto più deciso.
3- gestione degli spazi e delle distanze: esiste una zona che definiamo safety zone entro la quale devi fare entrare solamente le persone di cui ti fidi: mariti, fidanzati, figli, non gli estranei. 
Viene definita area intima (quella circonferenza nella quale il vostro corpo è il centro e il raggio misura circa 45 cm.). 
4- sguardo: non fissate negli occhi troppo a lungo un estraneo, in etologia la scienza che studia il comportamento degli animali, è un segno di sfida. Nel caso siate voi a essere fissati da un estraneo non abbassate lo sguardo, sarebbe un segno di sottomissione, ma spostate lo sguardo lateralmente alla stessa altezza.
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Conferenza sulla PREVENZIONE nella Difesa Personale

Per la prima volta, una conferenza sul tema della PREVENZIONE nella Difesa Personale, condotta dal Dott. Marco Castrovillari, Istruttore di Armi e responsabile di valutazione comportamentale di persone condannate per reati di rapina.

In questa Conferenza il Dott. Castrovillari, con l’ausilio di video e immagini ufficiali della Polizia di stato ed altro materiale, ci aiuterà a comprendere le dinamiche della Difesa Personale, iniziando dalla parte più importante, cioè la PREVENZIONE, ossia tutto quello che avviene prima di qualunque attacco, scontro o diverbio che sia.

PUBBLICO DESTINATARIO
Tutti i cittadini che abbiano compiuto i 14 anni, particolarmente indicato per tutte quelle persone che lavorano in ambienti pubblici a contatto con persone estranee.

OBIETTIVI
Quando uno scontro è iniziato non si può dire “basta”, ormai è troppo tardi e allora bisognava PREVENIRE. Durante la conferenza verrà spiegato dove in genere chi vuole portare un attacco nasconde un’arma, quali sono i gesti automatici di chi si sente cacciatore, la cultura e la mentalità di chi è abituato ad “offendere”.

Attraverso i video e la guida del Dott. Castrovillari sarà tutto più chiaro e semplice e uscirete dalla Conferenza guardando la realtà in modo diverso.

LUOGO DI SVOLGIMENTO ED ORARI
Sabato 3 Marzo, 18.00-19.00, Palestra Spirito Guerriero, Via Mariano Semmola 39. Zona Cassia Giustiniana. Prenotazioni al 3663871088

“Arma letale”, non è un film

Quando si parla di armi legate a un evento di minaccia e/o aggressione, ci si riferisce spesso a pistole e coltelli.

Tuttavia, al fine di eludere controlli di sicurezza effettuati con l’ausilio di metal detector per la gestione accessi, c’è chi ha imparato a “creare” armi ricavandole da oggetti di plastica e legno di uso comune: per esempio spazzolini o cucchiai (vedi foto, ndr).

Siffatti oggetti, pienamente in grado di essere letali, hanno anche un’altra utilità dal punto di vista di un criminale: sono più facilmente occultabili in caso di perquisizione  e, in certi casi, non possono essere agevolmente ritenuti mezzi diretti d’offesa (si pensi ad un cucchiaio).


A nulla varrebbe quanto appena detto, se non si menzionasse l’argomento relativo al “dove” queste armi vengono occultate al fine di poterne trarne il più rapido vantaggio: sì, perché un criminale sa che uno dei fattori principali, dopo l’occultamento dell’arma è la rapidità con la quale egli riuscirà ad accedervi e a consumare la minaccia e/o aggressione che si prefigura.

[continua a leggere]

 

Nella difesa personale nulla è garantito, tuttavia esistono degli indicatori comportamentali in base ai quali possiamo/dobbiamo alzare il livello di attenzione rispetto a un possibile pericolo.
Ai fini del presente articolo e rispetto ad un certo scenario valutato caso per caso, possiamo ritenere degno di attenta osservazione il comportamento di una persona quando:

  1. Si tocca periodicamente nello stesso punto come ad assicurarsi che l’arma sia ancora lì;

  2. Si sistema la cinta dei pantaloni più volte, facendo oscillare gli stessi verso il basso e poi verso l’alto;

  3. Indossando una giacca, uno dei due arti (braccia) sembra essere visibilmente più teso e “meccanico” dell’altro (nella manica potrebbe nascondersi qualcosa).

Precisiamo che questi sono solamente degli esempi e, come sempre, vanno valutati in base ad un contesto preciso.

Articolo a cura del Dr. Marco Castrovillari

 

 

 

 

Articolo 1. “Se uno ti vuole accoppare lo fa e basta”

Questa è una frase pronunciata da un ragazzo di una scuola romana che partecipava per la prima volta ad una nostra lezione di Difesa Personale.

Prevenire è meglio che difendersi?

Oppure, prevenire è già una forma di difesa?

Ci troviamo davanti a domande aperte, che devono fare i conti con la società di riferimento e la percezione di un possibile pericoloin un preciso momento storico.

Se ponessimo le domande di cui sopra a delle persone residenti in Israele, potrebbero rispondere diversamente da cittadini residenti a Copenaghen: due realtà profondamente diverse, innegabilmente influenzate da stili di vita e percezioni del pericolo differenti.

Quindi, come spesso accade per molti temi, cerchiamo di essere ragionevoli e riferirci al contesto italiano in questo preciso momento storico: non siamo in stato di guerra, tuttavia possiamo ritenere che la percezione del pericolo (a causa dell’attitudine di un evento a essere trasformato in notizia se segue la consuetudinaria linea bad news is a good news etc…) non sia certo ai minimi livelli. A ciò, aggiungiamo che la percezione è influenzata dalla nostra mente e dalla rappresentazione che abbiamo del mondo (parleremo di angoscia, paura e dell’essere guardinghi).

Secondo noi la prevenzione nella difesa personale, va qualificata come l’insieme di quelle nozioni e piccoli accorgimenti che hanno come obiettivo lo scongiurare od il sottrarsi ad un evento pericoloso o dannoso in termini di violenza fisica e, talune volte, anche verbale.

La pietra angolare di tutto il filone sulla prevenzione, è  che nulla è garantito.

Giocare col fuoco è pericoloso: ciò è palese, eppure molta gente ancora oggi è vittima del fuoco a seguito di condotte negligenti.

Se vi fosse la formula matematica per evitare che si consumi alcun tipo di violenza, sarebbe un mondo perfetto e, ovviamente, non vi sarebbe alcun bisogno di scrivere su questo argomento: la difesa personale non è scienza esatta.

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